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Come comportarsi ad un
colloquio |
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DURANTE IL COLLOQUIO: |
L'entrata
nell'ufficio è già colloquio di selezione. Salutate e fate per primi
il gesto di dare la mano. Non entrate nella stanza in modo
titubante, ma nemmeno con troppa irruenza, aprendo la porta con
forza o adottando un tono di voce troppo alto nel salutare.
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Dobbiamo poi
aspettare che il selezionatore ci dica di accomodarci. Le prime
domande sono solitamente per rompere il ghiacciò, il selezionatore
cerca di metterci a nostro agio, avendo tutto l'interesse a
conoscerci. E' importante cercare di mostrarsi sereni e padroni
della situazione evitando atteggiamenti di nervosismo come tamburellamenti delle mani e della penna o toccarsi i capelli.
Portate con voi il vostro CV e dimostratevi sorridenti, abbiate la
volontà di guardare negli occhi il vostro selezionatore, riflettete
prima di rispondere e scandite bene le parole mantenendo un tono di
voce controllato e colloquiale, indice di tranquillità.
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In
un colloquio, non sono solo le parole che contano: tutto il nostro
corpo comunica, e non solo quello. Il nostro interlocutore ci
ascolta anche con la vista e con il tatto (speriamo non con
l'odorato!). I nostri gesti, i nostri sguardi, il tono della nostra
voce confermano, integrano o smentiscono le nostre affermazioni.
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Il modo in cui
siamo vestiti, in cui salutiamo, in cui stiamo seduti può
contribuire in maniera determinante a formare il giudizio su di noi. |
La
nostra comunicazione non verbale è molto meno controllabile di
quella verbale, in quanto più istintiva; vediamo però alcuni
semplici accorgimenti per non complicarci la vita: come vestirsi. E'
indubitabile che la nostra immagine è data anche dal nostro
abbigliamento. In fondo, noi "scegliamo" di vestirci così. Per i
colloqui, l'importante è dare, anche nel look, una sensazione di
affidabilità e serietà: la fantasia o originalità sono in questo
caso degli "optional" a rischio.
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Non bisogna
vestire casual, perché si darebbe un' impressione di immaturità, ed
è bene evitare accessori, trucco o colori troppo vistosi; non è
opportuno però neanche "invecchiarsi" troppo, indossando per
l'occasione improbabili vestiti da cinquantenni rimediati chissà
dove. |
Alle ragazze è
concessa ovviamente più libertà, ed è generalmente apprezzata una
certa eleganza, mentre i maschi sono più vincolati al "giacca e
cravatta", ed è bene che non abbiano un'aria troppo "perfettina"
(che rende antipatici), salvo che il colloquio avvenga in realtà che
danno all'apparenza molta importanza (società di consulenza, mondo
della comunicazione, banche d'affari, ecc.).
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La tensione
potrà trasparire da un tono di voce affannato o precipitoso, o dal
movimento nervoso o contratto delle mani, o da una posizione rigida
sulla sedia: controllate questi fenomeni, e se vi accorgete che
state mandando segnali di tensione respirate profondamente e
rilassatevi, anche a costo di distrarvi per un momento. |
Atteggiamenti
di "difesa", cioè di chiusura, di rigidità e scontrosità possono
venire dal tenere le braccia conserte, la faccia contratta, lo
sguardo corrugato: l'affermazione che "non avete problemi nei
rapporti con la gente" sarebbe smentita mentre la pronunciate.
Gesticolare troppo dà un'idea di scarso autocontrollo, ma un po' di
"movimento" fisico non tamburellante è opportuno, dimostra
spontaneità e scioltezza.
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La stretta di
mano, sarà banale, ma è importante: ho notato che circa un quinto
delle mani che si stringono assomigliano tuttora a wurstel troppo
cotti, e vi assicuro che non è piacevole. Il problema non è la mano
sudata o calda - può capitare anche ai migliori - ma, che si senta
nella stretta un minimo di energia vitale, non un fremitino
agonizzante! |
Così anche con
la voce, è meglio essere qualche decibel sopra il vostro tono
normale che qualche decibel sotto: almeno sarete sicuri di essere
ascoltati. Variare un po' il tono della voce, essere "caldi" e non
metallici è importante per rendere gradevole ciò che dite, anche se
non è facile da improvvisare.
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Ma se
riuscirete ad essere voi stessi, a non farvi mettere in soggezione,
tutte queste cose si avvereranno senza sforzo. |
Per concludere,
un piccolo trucco per entrare meglio in sintonia con Margherita (ce
lo insegna una giovane scienza che si chiama programmazione
neurolinguistica): provate a giocare allo specchio con lei, cioè a
ripetere tutti i suoi movimenti. Se si avvicina col busto a noi,
fate lo stesso, e idem se abbassa il tono di voce o se aggrotta le
sopracciglia incrociando le braccia, e così via. Dovrebbe creare
inconsciamente un clima di maggiore intesa, e pare che funzioni.
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La fase di
chiusura dei colloqui è altrettanto importante di quella di
apertura. Vediamo quindi alcune osservazioni finali per gestirla al
meglio. |
Trattamento
economico ed esigenze personali: può darsi che durante il colloquio
il vostro interlocutore vi parli del trattamento economico previsto,
e vi chieda se avete vincoli o esigenze particolari (tempi di
accettazione, sede di lavoro, ecc.); ma può anche darsi che non lo
faccia. Quindi è opportuno aspettare che si riceva
dall'interlocutore una proposta di assunzione. |